In vista del Giubileo del 2025 Roma si arricchisce di una nuova istituzione culturale il Museo del Corso – Polo Museale, che unisce due grandi e storici edifici: Palazzo Sciarra Colonna e Palazzo Cipolla per dare vita ad una realtà, promossa da Fondazione Roma, che fonde passato e presente. I due edifici, distinti ma complementari, sono rispettivamente vocati l’uno alla conservazione e trasmissione della storia e della memoria; l’atro alla contemporaneità e all’internazionalità.

Palazzo Sciarra Colonna, l’anima storica del Polo Museale – Museo del Corso
Palazzo Sciarra Colonna, sede della Fondazione Roma, apre al pubblico gratuitamente per la prima volta i suoi interni settecenteschi progettati da Luigi Vanvitelli, che oltre ai saloni monumentali e alle sale di rappresentanza, presentano ambienti suggestivi come la Libreria domestica e il Gabinetto degli Specchi, appartenuti al cardinale Prospero Sciarra Colonna (che rinunciò alla primogenitura pur di continuare a vivere nel palazzo) e ricchi di preziose decorazioni pittoriche. La Collezione, che continua a crescere grazie alle nuove acquisizioni, è distribuita tra il piano terra, dove è visitabile anche la cappella privata e il primo piano e comprende opere che vanno dal Quattrocento all’arte contemporanea. Un corpus fitto di capolavori di artisti come Pompeo Batoni, Nicolas Régnier, Gherardo delle Notti, Pietro da Cortona, Giovanni Paolo Panini e Caspar van Wittel; per arrivare ai contemporanei, come: Giacomo Balla, Tano Festa, Mario Schifano, Franco Angeli e Lucio Fontana; con un’attenzione che contempla anche quelli attualmente attivi, come Matteo Basilé. La raccolta si completa con una prestigiosa collezione di monete e medaglie, tra cui spicca la serie delle medaglie papali, che racconta il passaggio nei secoli, da Martino V Colonna a Papa Francesco. La visita prosegue con l’Archivio storico della Fondazione Roma dal momento che, come ha sottolineato il professor Alessandro Zuccari: “lo storico palazzo, non offre solo una memoria visiva della storia ma anche una memoria documentaria, nella misura in cui oltre alla Collezione e ai magnifici interni, quest’opera di musealizzazione svela per la prima volta al pubblico l’Archivio storico della Fondazione Roma. Vero e proprio scrigno di documenti che conservano la memoria della città, dal passaggio di Cristina di Svezia a quello di Vittorio de Sica, senza rinunciare alle testimonianze di cittadini meno conosciuti”. Nello specifico, in vista dell’anno santo, l’Archivio apre al pubblico con Percorsi di speranza. Testimonianze dall’Archivio storico della Fondazione Roma. Mostra che offre l’opportunità di visionare documenti che narrano storie di regine e contadini, di ricostruzione e rinascita, in un affresco che mette in luce l’opera di assistenza che gli storici istituti di credito – da cui deriva un cospicuo nucleo del materiale – hanno svolto per secoli.  Il palazzo che tutt’ora conserva la sua natura di sede operativa della Fondazione, è visitabile gratuitamente nei weekend, secondo le modalità indicate sul sito.
Palazzo Cipolla, la finestra internazionale del Polo Museale – Museo del Corso
Di fronte, dall’altra parte della strada, Palazzo Cipolla, edificato nella seconda metà dell’Ottocento dall’architetto Antonio Cipolla per volere del principe Camillo Aldobrandini, dopo essere stato la sede dellaCassa di Risparmio di Roma e la prima sede del museo, oggi persegue la sua mission di polo culturale, proponendo ormai da tempo grandi mostre temporanee, organizzate in collaborazione con istituzioni internazionali. Focus di rilievo sui maestri dell’arte mondiale a cominciare da quello inaugurale su Chagall, per continuare con Picasso e Dalì.

Il crocifisso bianco di Chagall per inaugurare il Polo Museale – Museo del Corso
L’evento inaugurale, uno dei più attesi del Giubileo, propone per la prima volta in Italia La crocifissione bianca, celebre quadro di Marc Chagall, (Bielorussia 1887 – Francia 1985), visitabile con ingresso gratuito fino al 27 gennaio 2025. L’opera, proveniente dall’Art Institute of Chicago, e realizzata da Chagall nel 1938, ne mette in luce l’acutissima sensibilità. L’artista, sulla base delle sue esperienze personali e dopo la drammatica Notte dei Cristalli, in questo dipinto prefigura in anticipo le tragedie della Seconda Guerra Mondiale e della Shoa. Nella visione di Chagall, la Crocifissione di Cristo scende dal Golgota per immergersi nella cupa realtà, popolata da violenze, incendi, civili disperati che fuggono, anche per mare su misere imbarcazioni, dall’arrivo di feroci militari. Gli episodi di orrore e violenza rappresentati in maniera estremamente coinvolgente, con viva crudezza, occupano gran parte del quadro. Tuttavia, pur osservando il mondo in tutta la sua brutalità, Chagall lancia un barlume di speranza. E allora in questa rovina, il crocifisso di Gesù diventa bianco. Un colore che, per usare le parole del professor Zuccari, “è sinonimo di speranza, o meglio, della certezza che tutto l’orrore, reso con la finezza della sapienza ebraica, non prevarrà perché, come evidenzia il fascio luminoso che accende la parte centrale della scena, alla fine, nonostante tutto, la luce trionferà sulle tenebre”. Un messaggio efficace che apre un Giubileo difficile, perché, come ha ricordato Don Alessio Geretti, curatore del progetto, indipendentemente dalla fede individuale: “l’arte è pensiero, provocazione, relazione. L’arte è immaginazione e quindi riesce sempre a dare la speranza“. Speranza che progetti come questo aiutano a trasformare in realtà dal momento che, come ha affermato Franco Parasassi, Presidente di Fondazione Roma: “con l’apertura del nuovo Museo del Corso – Polo museale realizziamo il sogno di creare un progetto di valorizzazione del patrimonio artistico in uno spazio pensato per la città, a disposizione dei cittadini“.

Ludovica Palmieri

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